"Abbi cura di me."
- Mirko Garofalo
- 25 ott 2020
- Tempo di lettura: 2 min

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Abbi cura di me, di Simone Cristicchi, è di sicuro tra le canzoni più belle che il mio arco temporale mi ha regalato.
Vi sono tanti passaggi da ascoltare e far propri: da riascoltare con l'espressione di chi si chiede "ma davvero ha detto così?!?".
Parte morbida, serena, poi diventa dura con un rullo di tamburi che cresce, quasi come se dovesse metterti all'erta sulle battaglie da condurre con il tempo. Se ci pensiamo è proprio così che si muovono le relazioni. Partono con l'entusiasmo per la nascita, l'innamoramento e la gioia di una nuova amicizia e poi, ognuna di queste cose, viene trasformata con il tempo nel costo che la cura di ognuno di questi rapporti ci chiede di sostenere. Perché i costi, in questo caso si devono sostenere.
Li sosterremo ogni volta che nostro figlio avrà bisogno di fare ordine tra le sue emozioni. Lui, che in balia di cambiamenti fisiologici, si spaventerà per la gioia, la tristezza o la paura e disorientato avrà bisogno del nostro tempo per curarlo e fare ordine nel suo sentire. Sarà un costo perché dovremo gestire la nostra ansia per il "dover andare al lavoro" o per il ritardo che si accumulerà al nostro appuntamento.
Sosterremo costi ogni volta che dovremo mettere da parte le nostre debolezze o dovremo stringere i denti, tutto per far si che le cicatrici della persona che amiamo non tornino visibili.
Sarà un costo da sostenere anche chiederci perché l'amico ci ha risposto così. Perché dovremo chiedere alla nostra rabbia di aspettare.
Ma "la cura", in realtà, è indescrivibile.
Qualcuno la scambia con altro: "gli ho comprato ogni bene", "non ti ho mai fatto mancare nulla" o "ci sono stato sempre, ogni volta che ne hai avuto bisogno".
Eppure...
Eppure, forse "prima di comprarmi ogni cosa avrei voluto che mi aiutassi a scoprire cosa mi piace... così da capire di cosa ho bisogno".
Forse "nel preoccuparti di darmi tutto ti sei dimenticato di darmi te... il tuo vivere che insieme al mio vivere sarebbe diventato nostro... curando la mia solitudine".
Forse "nel darmi il tuo tempo hai dimenticato il valore che potesse avere il mio; il mio bisogno di esser solo con me stesso, di parlarmi".
Spesso pensiamo di curare gli altri ed invece curiamo noi stessi.
Allora come fare? Innanzitutto bisogna respirare. Poi basterà "mettersi al lato invece di stare al centro".
Ma ha detto davvero così?!? Si, al lato.
Non in primo piano, con le nostre idee. Non dietro, ignorando i nostri bisogni.
Al lato, semplicemente al lato. Insieme.
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