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Richieste di aiuto: Punizioni e Coerenza tra genitori.

  • Immagine del redattore: Mirko Garofalo
    Mirko Garofalo
  • 24 mar 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Ieri mi è successo che un amico ha condiviso con me un avvenimento familiare. Dopo un pomeriggio passato con sua figlia, tra compiti e giochi, nel mentre di una telefonata di lavoro, la piccola lo raggiunge. Inizialmente era dispiaciuta ma ben presto il pianto diventa incontenibile.


Indagando il papà scopre che la piccola aveva dimenticato di imparare una poesia. Essendo ancora le 20, in maniera proattiva, il genitore le dice di calmarsi e prova a rassicurarla dicendo che la giornata non è ancora finita. Ma la piccola scoppia: "la mamma mi ha dato una punizione". L'uomo che inizialmente aveva affrontato la cosa andando in problem solving, si è subito scagliato in favore della possibilità di rimediare alla dimenticanza rassicurando la piccola circa il fatto che l'avventata punizione sarebbero riusciti a farla togliere.


Ora, partendo dall'idea che una punizione non è mai una soluzione, specie se così avventata, l'errore che doveva essere gestito al meglio riguarda la sconferma che si trova all'interno della promessa di "togliere la punizione".


Possiamo non condividere la decisione dell'altro genitore ma, più dannoso della tristezza che la piccola si trovava a vivere, è l'incoerenza del sistema familiare che mostra di non avere un sistema valoriate unico.


La soluzione? Nel caso specifico sarebbe stato opportuno continuare in maniera positiva dicendole che entro la serata avrebbe rimediato alla sua dimenticanza e che poteva usare la punizione datale dalla mamma per imparare che le disattenzioni sono da evitare.


Pur non condividendo si sarebbe evitato che la piccola avvertisse i genitori in disaccordo su una posizione.


Disaccordo che difatti esiste ma che va gestito tra gli adulti trovando una linea comune che sia il meno dannosa possibile. Dobbiamo considerare che apprendimento ed emozioni sono strettamente correlate e che la tristezza di una punizione non avrebbe facilitato l'apprendimento della piccola che si apprestava a recuperare la sua mancanza. Quindi, bene la posizione del papà, ma con un occhio alla coerenza dovuta all'altro genitore.


Una cosa su cui amo riflettere in questi casi: spesso siamo portati a difendere i nostri figli da quelle che riteniamo ingiustizie (e che molto spesso lo sono) ma bisogna ricordare che la "resilienza", prima di pubblicarla sui social per moda, la si allena aiutando i nostri piccoli ad affrontare le ingiustizie e tutti gli altri eventi negativi che lungo il percorso della vita comunque si pareranno davanti.


Del resto la saggezza popolare insegna: un mare calmo non ha mai fatto un buon marinaio.


 
 
 

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